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Latte A1, latte A2: le proteine del latte

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Il latte: sottovalutato e incompreso

Sottovalutato, incompreso, accusato di causare sintomi intestinali da evitare. La dilagante intolleranza al lattosio è espressione di un’alimentazione non adeguata. Non è solo colpa del latte: l’intestino non riesce a produrre l’enzima lattasi perché i villi intestinali dell’intestino tenue risultano compromessi.

Quando una persona non digerisce il latte, significa che il suo intestino è danneggiato da una dieta scorretta e deve quindi modificarla. Il lattosio è composto da glucosio e galattosio, e quest’ultimo è un nutriente fondamentale per il cervello. L’intolleranza al lattosio indica quindi un’alimentazione errata che ha compromesso la funzionalità dei villi intestinali.

Eliminare il latte può migliorare la funzione intestinale, ma è necessaria una revisione complessiva della dieta quotidiana. Il mercato offre alternative come il latte senza lattosio, ma oggi voglio parlare delle proteine del latte, ancora poco conosciute.


Le proteine del latte: latte A1 e latte A2

Un litro di latte vaccino contiene circa 34 grammi di proteine, di cui:

  • 80% caseine
  • 20% sieroproteine

Un litro di latte contiene circa 8 g di beta-caseina. In base alle caseine, possiamo distinguere due tipi di latte vaccino:

  • LATTE A1
  • LATTE A2

Esistono mucche che producono latte A1 e altre che producono latte A2. Le caseine sono costituite da una catena di 209 amminoacidi. Durante la digestione, gli enzimi intestinali tagliano ogni singolo anello per liberare gli amminoacidi, che vengono poi assorbiti nel sangue e distribuiti alle cellule.

Tuttavia, latte A1 e latte A2 hanno effetti diversi sull’intestino umano.

Il problema del latte A1

Nel LATTE A1, l’amminoacido in posizione 67 della catena proteica è istidina. Il nostro intestino non è in grado di digerire completamente questa caseina, portando alla formazione di una piccola catena di amminoacidi chiamata beta caso-morfina (BCM-7).

La presenza di questa catena non digerita può causare:

  • Gonfiore
  • Alterata motilità intestinale
  • Sindrome dell’intestino irritabile
  • Dolori addominali
  • Intolleranza all’istamina

Se la BCM-7 viene assorbita nel sangue, può causare sintomi di allergia alle proteine del latte e attivare l’intolleranza al lattosio.

I benefici del latte A2

Nel LATTE A2, in posizione 67 si trova invece la prolina, che permette una digestione completa della catena proteica. Di conseguenza, non si forma la beta caso-morfina (BCM-7) e non si manifestano i disturbi intestinali tipici del latte A1.


Latte A1 e industria casearia

La maggior parte del latte in commercio è LATTE A1, poiché è preferito dall’industria casearia per la sua migliore lavorazione. Di conseguenza, troviamo la BCM-7 anche nei formaggi e nello yogurt.

Tuttavia, esiste in commercio LATTE A2, una valida alternativa per chi soffre di disturbi intestinali legati alla beta caso-morfina.


Conclusione

Se hai problemi digestivi con il latte, potrebbe non essere solo una questione di lattosio. Considerare la tipologia di latte consumato potrebbe fare la differenza per il benessere intestinale.

Invito a consultare materiali aggiuntivi, come la slide allegata a questo testo, per approfondire l’argomento.

 

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Dott. Pierluigi Rossi
Dott. Pierluigi Rossi
Laureato in Medicina Chirurgia è Specialista in Scienza della Alimentazione, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva. E’ stato Primario presso la ASL di Arezzo, Servizio Sanitario della Toscana, per 22 anni, Direttore della U.O. Direzione Sanitaria della stessa ASL, dove ha creato e diretto Ambulatorio di Nutrizione Clinica. Docente dal 1995 al 2009 di Scienza della Alimentazione presso la Università degli Studi di Siena. Docente (a.c.) presso la Università degli Studi di Bologna. E’ autore di un considerevole numero di ricerche scientifiche pubblicate in riviste italiane ed internazionali. Autore di libri. Ha fondato la Scuola di Alimentazione Consapevole, dirige e insegna in Master e Corsi di Nutrizione Clinica a medici, biologi, farmacisti e personale sanitario in molte città italiane e all’estero. Ha elaborato il Metodo Molecolare (Dieta Molecolare) che supera il calcolo giornaliero delle Calorie, considerato un artefatto scientifico perché il corpo umano utilizza per il suo lavoro metabolico solo energia chimica (ATP) e non certo il calore.
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