Ubriaco a piedi? L’unica multa che rischi è quella della sfiga (o dell’asfalto)

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Ennesima bufala virale: no, il nuovo codice della strada non multa i pedoni ubriachi. Ma occhio alle buche di Arezzo, quelle sì che sono pericolose!

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Ah, il meraviglioso mondo delle fake news, dove il nuovo codice della strada diventa il cattivo della situazione anche quando non c’entra assolutamente nulla. L’ultima perla? “Se cammini ubriaco, ti multano!”. Ma sì, dai, perché non rendere il mondo ancora più assurdo con un po’ di sano allarmismo inutile?

La vicenda, per chi non ama leggere (ma ama indignarsi a caso), è semplice: un giovane, colto da un improvviso slancio di responsabilità, decide di non mettersi alla guida dopo aver alzato un po’ troppo il gomito. Applausi per lui. Peccato che venga comunque fermato e multato dai Carabinieri. E qui scatta il delirio social: “Ecco, ora ti multano pure se cammini!”. Sì, certo, e la prossima quale sarà? La tassa sull’ossigeno?

Un piccolo dettaglio che fa la differenza: la LEGGE già esisteva

Ora, un piccolo inciso per chi ama la verità (lo so, siete in pochi, ma ci provo lo stesso). L’uomo non è stato multato per il nuovo codice della strada, bensì per l’articolo 688 del Codice Penale, che punisce la “manifesta ubriachezza in luogo pubblico”. Tradotto per chi ha problemi con il concetto di realtà: questa multa esiste da decenni, ben prima che qualcuno decidesse di aggiornare il codice della strada. Quindi no, non è una novità e no, non è un complotto del Governo per farci diventare tutti astemi.

Ma allora dove sta il vero pericolo per i pedoni ubriachi?

Qui viene il bello. Se proprio vogliamo parlare di rischi reali per chi cammina barcollando per le strade di Arezzo, la multa non è tra questi. Il vero pericolo sono le buche! Sì, perché nella nostra città, più che una sanzione amministrativa, il rischio più grande per un pedone alticcio è quello di finire direttamente al pronto soccorso dopo essere inciampato in una delle tante voragini disseminate per le strade. E no, purtroppo cadere in una buca non dà diritto a un premio, ma solo a una slogatura (o peggio).

Quindi, morale della favola: se volete bere, fatelo responsabilmente. Se volete camminare, fatelo con prudenza. E se volete indignarvi, almeno fatelo per qualcosa di vero.

 

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Gianni Bufaloni
Gianni Bufaloni (nato il 1° aprile di un anno imprecisato, perché gli piace mantenere un alone di mistero) è un giornalista, scrittore e debunker di professione, noto per il suo acume nel smontare bufale e teorie del complotto con una buona dose di ironia. Cresciuto tra vecchie macchine da scrivere, giornali ingialliti e discussioni animate al bar, sviluppa fin da giovane un'insana passione per la verità… e per il caffè corretto. Dopo una laurea mai del tutto confermata in Giornalismo Investigativo presso l'Università della Vita e un master in Sarcasmo Applicato, si dedica alla sua missione: scovare fandonie, ridicolizzare fake news e dare il tormento ai complottisti più fantasiosi. Ha collaborato con testate inesistenti come Il Giornale delle Bufale, La Verità (Quella Vera) e Fact-Checker’s Monthly, oltre a essere autore del bestseller immaginario "La Terra è rotonda e altre scomode verità". Attualmente vive tra la redazione e i social, dove smonta quotidianamente le teorie più assurde con il suo motto: "Una bufala al giorno toglie il neurone di torno". Se lo cercate, probabilmente sta battibeccando con qualche utente convinto che gli Illuminati controllino il meteo.

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