Non tutti sanno che, oltre ai classici giochi gladiatori, nell’Anfiteatro romano si svolgevano anche le naumachie, spettacolari battaglie navali simulate. Per rendere possibile tutto ciò, veniva utilizzato un ingegnoso sistema idraulico.
Una delle condotte principali partiva dalla cisterna situata nei pressi di via del Ninfeo e portava l’acqua del Castro fino all’Anfiteatro. Dopo aver superato una paratia, nota come la “Parata” (ritrovata nel 1952 in via Crispi, nelle fondamenta di un edificio e oggi visibile al Museo Archeologico), l’acqua scorreva attraverso una tubatura in bronzo di circa due metri di lunghezza e con un diametro di circa 90 cm. Questa struttura, dotata di spunzoni per garantirne la stabilità, rappresenta un esempio straordinario dell’ingegneria romana.
Lo scarico, sostenuto da archi in pietra, convogliava l’acqua in eccesso verso Viale Michelangelo, per poi farla defluire nella zona di via Montefalco, sempre all’interno del Castro. Con l’arrivo delle mura medicee, parte della condotta venne distrutta o sepolta, ma nei primi del Novecento fu in parte riportata alla luce durante la sistemazione dei giardini detti “i porcilai”. Alcuni mattoni utilizzati in quel periodo sono moderni, ma resistono ancora oggi elementi in pietra risalenti all’epoca imperiale.
La condotta era ciomposta da segmenti di circa 2 metri.
Un incredibile pezzo di storia che scorre (letteralmente) sotto i nostri piedi.