Il cibo è molto più di un insieme di calorie: è vita, cultura, amore, salute. È un linguaggio potente che ogni famiglia parla quotidianamente, spesso senza accorgersene. Attraverso il cibo educhiamo — ed è proprio da qui che nasce il nostro progetto: una proposta pedagogica nata ad Arezzo, la mia città, per riflettere su quanto e come, ogni giorno, a tavola, costruiamo la nostra personalità alimentare e relazionale.
La tavola è un luogo educativo: è lì che la famiglia si racconta, si riconosce, trasmette valori, emozioni, memorie. Mangiando insieme, un bambino impara a vivere, a sentire, a scegliere. Il cibo diventa un mediatore tra il nostro patrimonio genetico e l’ambiente in cui viviamo: ciò che mangiamo agisce sul nostro DNA, con effetti anche a lungo termine. È questa l’azione epigenetica dell’alimentazione, che può spiegare la ricorrenza familiare di alcune patologie e persino la durata della vita.
La pedagogia del cibo è un campo interdisciplinare che unisce scienza, educazione, antropologia e salute. Ci invita a riappropriarci del gusto, del piacere di stare a tavola, della gioia di condividere, creando spazi di cura autentici per sé e per gli altri.
Per questo sabato 12 aprile abbiamo organizzato ad Arezzo un incontro aperto a genitori, insegnanti e famiglie. La conferenza si aprirà con l’intervento della pedagogista Dott.ssa Elisa Canocchi, che affronterà il tema “Infanzia e Nuovi Media. Rischi e Possibilità”. Seguirà il mio intervento sulla pedagogia del cibo, dove racconterò il valore educativo del pasto condiviso, e di come oggi sia più che mai urgente educare ad una coscienza sensoriale, per ritrovare la salute, la felicità e la connessione con chi amiamo.
Mangiare guardando un cellulare significa annullare l’esperienza emotiva, simbolica e affettiva che ogni pasto può regalarci. Riscopriamo la tavola come spazio sacro, dove si impara a vivere.