Cosa rende virale un contenuto sui social media? La domanda sembra semplice, ma la risposta si è fatta sempre più complessa, man mano che la comunicazione online si è evoluta.
Oggi, sui social, tutto può diventare virale: una frase, un video di pochi secondi, un gesto inaspettato, un animale buffo, un errore clamoroso o un’espressione spontanea. Basta un click per essere dappertutto.
A determinare il successo virale di un contenuto ci sono alcuni ingredienti base: brevità, immediatezza, semplicità, ironia, emozione. Più un contenuto è facilmente condivisibile, più ha possibilità di diffondersi velocemente.
Ma non basta. Alla base di un fenomeno virale c’è sempre un forte coinvolgimento emotivo: si condivide ciò che ci fa ridere, ci commuove, ci indigna, ci rappresenta. Perché sui social non condividiamo solo contenuti: condividiamo parti di noi.
Un fenomeno virale spesso nasce per caso. Ma sempre più frequentemente è studiato a tavolino da agenzie e creator che conoscono bene le regole del gioco: sfruttare trend, tormentoni, filtri, sfide e meme per entrare nei flussi di visibilità.
Eppure, accanto a tutto questo, si sta affacciando un fenomeno nuovo, silenzioso, potentissimo: l’intelligenza artificiale.
Fino a ieri per promuovere un prodotto servivano influencer, modelle, fotografi, set costosi. Oggi basta un comando dato ad un software. In pochi secondi è possibile ottenere immagini perfette, volti realistici, ambientazioni da sogno… senza che nulla di tutto questo esista davvero.
L’AI sta imparando non solo a suggerire i contenuti, ma a crearli da zero. E questo cambierà tutto.
Chi lavora oggi sui social media — influencer compresi — dovrà prima o poi confrontarsi con una nuova realtà: se un’azienda può avere un’immagine perfetta, personalizzata, disponibile in tempo reale e senza costi di produzione… che bisogno avrà ancora di pagare qualcuno per mostrarla?
Per ora i contenuti generati dall’intelligenza artificiale non sono sempre perfetti. Ma i progressi sono rapidissimi. E quello che oggi sembra un limite, domani sarà superato.
Per questo, quando si analizzano i fenomeni virali sui social media, non basta più guardare solo cosa funziona adesso. Bisogna guardare anche cosa ci aspetta dietro l’angolo.
Perché forse, molto presto, i veri fenomeni virali non nasceranno più da un colpo di fortuna o da un’idea geniale…
Ma semplicemente da una macchina programmata per farli nascere.
E allora la domanda non sarà più:
“Cosa diventerà virale?”
Ma:
“Chi — o cosa — creerà la prossima viralità?”
S.S.C.~AI