Nuovo grave episodio di pesca di frodo nell’invaso di Montedoglio, nella zona di San Pietro, dove domenica mattina sono riemerse oltre un chilometro di reti illegali. A fare la scoperta sono stati alcuni pescatori sportivi, dopo che l’ente Eaut aveva abbassato il livello dell’acqua della diga per precauzione in vista del maltempo.
Tutto è iniziato mercoledì 9 aprile, quando un pescatore ha notato una rete sommersa lunga circa 100 metri, già predisposta per la cattura notturna del pesce. L’uomo ha subito avvisato altri appassionati e i carabinieri forestali, dando il via a un’operazione di sorveglianza durata diversi giorni. Nonostante gli appostamenti, nessun responsabile è stato colto in flagrante, condizione necessaria per procedere con una denuncia. Tuttavia, è stato fermato un furgone sospetto con attrezzatura da pesca, barche e casse vuote. Sono in corso accertamenti per verificare eventuali legami con il bracconaggio.
Il ritrovamento di domenica ha fatto emergere la portata del fenomeno: i pescatori hanno tirato fuori dal fondo del lago numerosi sacchi bianchi contenenti reti da pesca pronte all’uso, tra cui due “big bag” con reti giganti, sacchi da 25 kg di mangime colmi di reti e altri materiali sfusi. Tutto è stato posto sotto sequestro dai forestali, in attesa di smaltimento.
Oltre all’atto illecito, preoccupano i rischi ambientali. Le reti, spesso provenienti da contesti non controllati, possono infatti introdurre batteri, funghi e parassiti dannosi per l’ecosistema. “Da giorni non dormiamo – raccontano due pescatori altotiberini – ci muoviamo lungo il lago per sorvegliare e proteggere questo patrimonio”.
Il bracconaggio, denunciano, è un fenomeno che si trascina da oltre 15 anni. Memorabile il caso del 2017, quando furono sequestrati 4 quintali di pesce e denunciati quattro bracconieri. Questa volta, però, l’intervento tempestivo ha impedito la cattura, ma resta forte la richiesta di maggiori controlli e sensibilizzazione.
“La pesca legale è una risorsa per l’economia e il turismo – dicono i pescatori – mentre il bracconaggio distrugge l’ambiente e impoverisce le comunità locali”. Intanto, sono stati annunciati monitoraggi notturni più frequenti: una rete di tutela spontanea, per difendere la legalità e la biodiversità del lago di Montedoglio.