Mentre la Fondazione ENASARCO si prende la scena con l’ultimo colpo di teatro – l’accordo con la SS Arezzo – io resto seduto, fuori dallo stadio, con in mano 11 anni di contributi previdenziali che non valgono nemmeno un biglietto di curva.
Per chi si fosse perso l’episodio: ENASARCO ha acquisito il 50% di New Energy, società attiva nella vendita di luce e gas, che a sua volta controlla il 99% della SS Arezzo, club di Serie C. Tutto legale, tutto formale. Si cambia solo il nome della holding, mica la sostanza: gli stessi soci, gli stessi giri, lo stesso disinteresse per chi ha davvero versato quei soldi.
Sì, perché mentre l’ente annuncia trionfante l’operazione “strategica”, chi ha versato per 11 anni i propri contributi ENASARCO viene trattato come se non esistesse.
Sai che c’è? Per avere diritto alla pensione ENASARCO, prima servivano 15 anni. Poi, in un colpo di genio previdenziale, hanno alzato la soglia a 20.
E chi si è fermato a 11?
Fregato.
Ma non solo: questi anni non si sommano con l’INPS, non si possono ricongiungere, non si possono riscattare. Non valgono nulla. È come se io, ogni mese per 11 anni, avessi gettato quei soldi (e neanche pochi) in un tombino. E adesso quel tombino finanzia magliette amaranto e operazioni d’immagine.
Domanda semplice: perché?
Perché devo perdere tutto quello che ho versato? Perché una fondazione che esiste grazie ai miei soldi – e a quelli di migliaia come me – si permette il lusso di finanziare club sportivi, mentre nega la pensione a chi ha davvero costruito quel patrimonio?
Questo è uno scandalo. Silenzioso, ma scandaloso.
Non è solo un problema personale. È un problema di equità, di giustizia sociale, di trasparenza. È un sistema che punisce chi ha lavorato e premia chi gioca con le quote societarie come fossero figurine. Un sistema che ha dimenticato la sua missione e ha trasformato i diritti previdenziali in un affare da consiglio d’amministrazione.
E allora denuncio pubblicamente questo paradosso:
ENASARCO gestisce i nostri soldi ma non ci garantisce nulla.
ENASARCO investe in calcio mentre cancella 11 anni di contributi.
ENASARCO è diventata una vetrina, non una fondazione.
Io non voglio una maglia firmata.
Voglio quello che mi spetta.
Voglio i miei contributi.
Voglio la mia pensione equa.
Solidarietà. Io mi ricordo tanti articoli sull’incredibile gestione ENASARCO. E’ un probema che con altri risvolti e caratteristiche ha riguardato istituti come la SIAE o casse private come quelle dei medici…un banchetto impunito dei vari CDA, un saccheggio. Ma non siamo più in un periodo dove di queste magagne se ne parla, e anzi le classi dirigenti hanno fatto e sostanzialmente stanno vincendo la battaglia per l’impunità.
Mi viene in mente l’ultima: la magistratura vuole procedere per corruzione contro la Fondazione che gestisce le olimpiadi di Milano-Cortina. Il governo ha fatto una legge che la proclama istituto di diritto privato…quindi non è perseguibile per corruzione.