Nel futuro prossimo — o forse già ieri — l’Italia potrebbe finalmente risolvere l’annoso dilemma di come unire efficienza sanitaria, trasporti puntuali, strade sicure e transizione energetica. La risposta è semplice, elegante e naturalmente… militare.
Il nuovo piano strategico prevede l’aumento della spesa militare fino al 4,5% o 5% del PIL, ma con possibilità di “sforamento patriottico”. Si parla di una militarizzazione diffusa e multisettoriale, dove ogni ambito della vita civile viene riadattato a una logica di difesa. Difesa da cosa? Nessuno lo sa, ma è meglio essere pronti.
I laureati in medicina e scienze infermieristiche, per esempio, non entreranno più in ospedale con camice bianco ma con elmetto e mimetica: prima l’arruolamento obbligatorio, poi — tra un corso di primo soccorso e un poligono di tiro — forse anche la specializzazione.
Chi sogna il giuramento di Ippocrate dovrà prima prestare giuramento a Patria e N.A.T.O.
I treni pendolari? Da ora in poi verranno considerati mezzi di trasporto militare. Non perché siano puntuali, ma perché ogni viaggio richiede il coraggio di una missione. Gli autobus, i mezzi di soccorso, i furgoncini del 118: tutti riconvertiti in carri comando mobili. C’è già chi propone il Frecciarossa come nuova portaerei terrestre.
Il genio civile, ormai ribattezzato Reggimento Autonomo Buche & Autostrade, lavorerà in assetto da campo per garantire l’ordine nei cantieri, mentre le mini centrali nucleari saranno protette dai Battaglioni dell’Energia Pulita, pronti a difendere ogni pannello solare con baionetta e spirito green.
E mentre la spesa sanitaria resta al 7% del PIL, quella militare cresce “per assorbimento” come una spugna in camuflage: sicurezza stradale (14 miliardi), sistemazione idrogeologica (non quantificata, ma evocata con sguardo apocalittico), e persino la lotta contro l’invasione delle acque — con sommozzatori in assetto NATO pronti a combattere torrenti ribelli e piogge nemiche.
Insomma, la guerra alla pace è iniziata. O forse la pace in assetto di guerra. In ogni caso, l’Italia è pronta.
Chi guida l’ambulanza, chi un blindato. Ma tutti, finalmente, uniti sotto un’unica bandiera: quella della Difesa Totale™.
Sul muro c’era scritto col gesso:
vogliamo la guerra.
Chi l’ha scritto
è già caduto.
(Bertold Brecht)