Il pontificato di Gregorio X fu segnato dal tentativo di promuovere una nuova spedizione in Terra Santa, ma il progetto non ottenne il necessario sostegno da parte di Carlo d’Angiò, sovrano francese al quale lo stesso pontefice aveva proposto anche la corona del Regno di Napoli.
In Italia, e più precisamente nella penisola italica, città e territori erano profondamente divisi tra guelfi e ghibellini. Queste spaccature erano motivate più da interessi economici, commerciali e politici che da reali divergenze religiose.
Nonostante Gregorio X avesse convocato un concilio per l’anno 1274, durante il suo viaggio verso Lione — ospitato nel 1273 presso la famiglia Mozzi — si rese conto del consolidato legame tra Carlo d’Angiò e la parte guelfa di Firenze. Carlo, infatti, era già stato ospitato nel palazzo dei Francescobaldi durante il suo mandato come podestà della città, ricevendo ampio sostegno anche in altre città toscane come Siena.
Deluso da questo scenario politico e dalla mancata neutralità di Firenze, il pontefice lanciò l’interdizione contro la città, vietando ai cattolici il transito attraverso di essa.
Al ritorno da Lione, nel dicembre del 1275, a causa delle forti piogge che avevano ingrossato l’Arno rendendo inagibili i ponti di Firenze, Gregorio fu costretto a deviare verso Arezzo, guadando il fiume in una zona più sicura, nei pressi di quello che diventerà il futuro Ponte Buriano.
Colpito dalla malaria durante il viaggio di ritorno a Roma, decise di fermarsi ad Arezzo, ospite del vescovo Guglielmino degli Ubertini, per ricevere cure. Era il 18 dicembre 1275.
Dante Alighieri nacque quindi in una Firenze ancora interdetta, e solo nel 1280, durante il pontificato di Niccolò III, il cardinale Latino Malabranca revocherà l’interdizione.
Gregorio X sembrò migliorare durante le festività natalizie del 1275, ma presto la febbre tornò a peggiorare, e morì il 10 gennaio 1276. Prima di morire, lasciò 30.000 fiorini d’oro per avviare i lavori della nuova cattedrale.