
Pare che l’Amministrazione Ghinelli voglia davvero chiudere col botto. O forse col bidone. Anzi, coi bidoni: traboccanti, maleodoranti e dimenticati da giorni, come quello di via Redi che da venerdì 18 aprile è diventato il nuovo punto panoramico del degrado urbano. Mancano solo le visite guidate.
Nel frattempo, i cittadini ringraziano con affetto e versamenti la nuova Tari: aumentata del 3%, per non farsi mancare nulla. Il Comune di Arezzo riesce così a salire sul podio della spesa rifiuti in Toscana, aggiudicandosi il bronzo del salasso. Un bel riconoscimento, peccato che sia a spese delle famiglie.
L’erba nei parchi cresce rigogliosa, ma non per merito del verde urbano. È più che altro un’installazione botanica abbandonata. Gli sfalci? Ridotti. I camion della raccolta anche? Forse usciti in smart working, perché la spazzatura resta lì, a godersi il sole.
E poi c’è il geniale “servizio evoluto” di raccolta domiciliare, coi mastelli e sacchetti che sostituiscono i bidoncini della differenziata (i pochi rimasti traboccano rifiuti) che servivano decine di famiglie. Gli operatori ora devono fare il porta-a-porta, una specie di tour de force da reality show ambientato tra i marciapiedi. Il risparmio di carburante? Forse è tutto in bicicletta. L’ottimizzazione delle ore lavorative? Una leggenda metropolitana.
Tutto in nome dello sviluppo sostenibile. Sostenibile per chi, però, resta un mistero degno di un thriller ecologico. Intanto i cittadini pagano di più per avere… meno. Un esperimento socio-ambientale che sfida ogni logica, ma che almeno è coerente: se il servizio fa schifo, meglio pagarlo caro.
Dunque, avanti così. Magari, al prossimo aumento Tari, ci regaleranno anche un naso elettronico per sopravvivere alle fragranze urbane. Ghinelli e co., sempre un passo avanti… nell’immondizia.