Sottovalutato. Trascurato. Anzi, non considerato.
È il momento di passaggio dalla veglia al sonno, dall’essere svegli al dormire. Non siamo noi a decidere il momento esatto in cui si perde la coscienza.
Da sempre si dice — ed è scritto nella Bibbia come nel Corano — che il sonno è il fratello della morte. Perdere la coscienza e cadere nel sonno è una morte temporanea: non abbiamo più contatto con la realtà e non esercitiamo la nostra volontà.
Ogni giorno, prima di dormire, attraversiamo questa terza dimensione della nostra esistenza, tra la veglia (prima dimensione) e il sonno (seconda dimensione).
La transizione dalla veglia al sonno è dunque una dimensione autonoma, con un valore straordinario per il cervello e la mente umana.
Durante l’intervallo tra veglia e sonno, si crea una zona grigia:
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L’attività cerebrale rallenta
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I muscoli si rilassano
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La frequenza cardiaca si abbassa
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La coscienza e la reattività all’ambiente si fermano
Il tempo di transizione può durare alcuni secondi oppure protrarsi per diversi minuti.
In questo spazio siamo immersi in una dimensione spirituale (non materiale).
Siamo fuori dalla vita reale, abbiamo perso la coscienza del vivere quotidiano, ma possiamo sviluppare una straordinaria creatività ed avere ricche esperienze percettive.
La ricerca scientifica si è concentrata sullo studio di questo periodo di inizio del sonno, chiamato SOP (Sleep Onset Period).
La disciplina che studia questo fenomeno si chiama ipnagogia, dal greco:
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ύπνος (hypnos) = “sonno”
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αγωγός (agōgos) = “conduttore”
In questa fase di transizione possono manifestarsi:
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Idee creative
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Visioni
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Voci percepite
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Profumi inaspettati
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Parlare senza connessione logica con l’ambiente
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Composizione spontanea di musica o poesia
Il dormi-veglia è quindi un ponte fisiologico che trascende la materialità e si apre verso la spiritualità.
Lo viviamo ogni giorno, senza darci troppo peso.
Possiamo persino attribuire un contenuto scientifico a molte delle visioni, colloqui e allucinazioni che i Santi riferivano di vivere: attraverso la meditazione, entravano probabilmente in uno stato ipnagogico, nel “the hypnagogic state”.
Riflessione
Con questo post desidero introdurre una riflessione sulla nostra quotidiana transizione dal vivere al dormire, dalla coscienza alla perdita di coscienza, e sull’acquisizione di poteri e capacità non accessibili nella vita quotidiana.
Scriverò ancora su questa particolare “dimensione” della vita umana, per arrivare a suggerire il miglior utilizzo di queste innate capacità:
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per la nostra salute,
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per la nostra creatività,
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per la nostra spiritualità.
Consiglio
Fermatevi a pensare prima di dormire, prima di entrare nel sonno.
La natura ci ha concesso un tempo e uno spazio tra la vita e il sonno, fratello della morte — come ricordano sia la Bibbia che il Corano.